san valentino rosso veneziano
farfalla
buon san valentino
cuori s.valentino L'amore non dà nulla fuorchè sè stesso e non coglie nulla se non da sè stesso.
L'amore non possiede, nè vorrebbe essere posseduto poichè l'amore basta all'amore.
(Khalil Gibran)
Raymond Peynet, un disegnatore poeta che voleva vedere il mondo nel modo migliore possibile,  ma consapevole nello stesso tempo di vivere in un mondo lontano da questi ideali.

Nel 1998 ad Antibes, città dove viveva, venne costruito un Museo a lui dedicato.
Non lontano da Tokio, a Karuizawa c'è un altro museo che porta il suo nome.
Era molto orgoglioso inoltre che proprio ad Hiroshima, dove maggiormente si scatenò la follia della guerra, avessero costruito un monumento dedicato ai suoi fidanzatini.

La storia di Peynet ebbe inizio nel 1942 a Valence, durante la guerra.
Si trovava nella stazione ferroviaria in attesa di prendere il treno per Clermont Ferrand, dove era sfollato con la moglie Denise e la piccola Annie. Peynet adorava la sua Denise, la conosceva da quando lei aveva sette anni.

Stava cercando nuove idee per pubblicare dei fumetti per la rivista a cui collaborava,"Ric & Rac".
Mentre era perso nei suoi pensieri, udì una musica che proveniva da un chiosco nei giardini vicino alla stazione.
Vide un giovane violinista dai capelli lunghi che suonava Vivaldi insieme con un'orchestrina e una ragazza romantica che lo ascoltava rapita.
Per lui fù come una folgorazione e l'inizio della sua leggenda.

Immaginò che quel violinista venisse lasciato solo in quel chiosco liberty dal resto dell'orchestra per suonare solo per la sua innamorata.
Peynet fece una serie di vignette e le inviò al capo redattore della rivista.

"I fidanzatini" erano nati... come un raggio di sole nei giorni cupi dell'occupazione nazista.


Entro breve tempo diventarono il simbolo degli innamorati di tutto il mondo e quando molti anni più tardi il comune di Valence decise di demolire l'ormai famoso chiosco, ci fu una vera e propria rivolta popolare.
Nel 1982 fu deciso di conservarlo come monumento nazionale.
C'è una targa con due fidanzatini che si tengono per mano e sono tanti gli innamorati e gli sposi che si fanno fotografare vicino al mitico chiosco.
Il 14 gennaio 1999 a novant'anni, Peynet moriva nell'ospedale di Mougin tre anni dopo la morte dell'adoratissima moglie.

Da quel momento egli si avviò verso l'inevitabile crepuscolo e la sua salute cedette.
Forse era inevitabile il suo crollo.

Lui amante dell'amore, dei buoni sentimenti, lui che si lamentava della crescita spaventosa della volgarità e del cinismo.
Lui senza la sua Denise...

Era convinto che non si parla mai troppo d'Amore...

Era un inguaribile romantico... malinconico come doveva essere...


Grazie Peynet... grazie per la luce che ancora dai ai nostri cuori.

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