la storia dell'albero di natale
albero di natale Le origini dell'Albero di Natale non sono certe, molti i paesi e le culture che ne vantano la paternità.
La ragione la si può ritrovare nel fatto che le civiltà antiche vedevano nell’albero un simbolo di prosperità e vita.
E’ in epoca medievale, soprattutto nell’Europa del centro nord, che inizia a diffondersi la tradizione dell’albero addobbato.

Molto probabilmente questa pratica era volta a ricordare l’albero del Paradiso.
Il 24 Dicembre, giorno in cui vengono ricordati i Santi Adamo ed Eva, era tradizione decorare gli alberi nelle strade e nelle piazze con mele, noci, datteri e fiori di carta.
Successivamente la tradizione dell’ Albero di Natale si diffuse in tutta Europa e nel resto del mondo, sui rami degli abeti, albero scelto perchè sempreverde, venivano posizionate delle candele che per prudenza si accendevano solo il 24 dicembre.
Nel XVII secolo gli alberi di natale fanno il loro ingresso nelle case, inizialmente non erano di grandi dimensioni e venivano anche appesi ai tetti, così che potessero spuntare qui e la per la casa,una famiglia poteva anche averne più di uno ciò dipendeva molto anche dalla ricchezza del padrone di casa, si espande la moda degli alberi più grandi e decorati, ma si poneva il problema della loro stabilità, faccenda che venne risolta piantando la base dell’albero all’interno di un secchio e tenendola ferma con della sabbia o dei sassi.
Con il passare del tempo, la tradizione dell’albero di natale da protestante divenne anche cristiana e si diffuse in tutto il mondo!
L’albero di Natale è indiscutibilmente uno dei simboli più amati della festa.
la storia del presepe
Il primo vero presepe della storia fu creato nella chiesa di Santa Maria Maggiore, a Roma.
Questa usanza divenne così popolare che presto tante altre chiese vi aderirono.
Ognuna creava un presepio particolare ed unico.
Le scene della natività erano spesso ornate con oro, argento, gioielli e pietre preziose. Anche se molto popolare tra le classi più ricche, questa opulenza era quanto di più distante dal significato della nascita di gesù.
Dobbiamo il "nostro" presepe attuale a San Francesco d'Assisi, che nel 1224 decise di creare la prima Natività come era veramente descritta nella Bibbia.
Il presepe che San Francesco creò nel paese di Greccio, era fatto di figure intagliate, paglia e animali veri.
Il messaggio era diretto, e poteva essere capito e recepito da tutti, ricchi e poveri.
presepe
La popolarità del presepe di San Francesco crebbe fino ad espandersi in tutto il mondo.
In Francia si chiama Crèche, in Germania Krippe, in Spagna e America Latina si chiama Nacimiento, nella Repubblica Ceca si dice Jeslicky,in Brasile si dice Pesebre, e in Costa Rica si dice Portal.
bastoncino di zucchero
bastoncino di zucchero Il bastoncino di zucchero è stato a lungo un simbolo del Natale, con il suo gusto di menta.
Perché i bastoncini di zucchero sono bianchi a strisce rosse?
La tradizione vuole che fossero inventati da un dolciaio che aveva intenzione di creare un dolce che ricordasse Gesù alle persone.
Ecco cosa rappresenta il bastoncino di zucchero:
E' fatto di caramello solido perché Gesù è la solida roccia su cui sono costruite le nostre vite (Matt 16:18) (1Thess 5:24).
Al caramello diede la forma di una "J" per Jesus, mentre per altri è la forma di un bastone da pastore, perché Gesù è il nostro pastore (Giovanni 10:11).
I colori sono stati scelti anche per rappresentare l'importanza di Gesù: il bianco per la purezza e l'assenza di peccato in Gesù (Heb 4:15), e la larga striscia rossa rappresenta il sangue di Cristo versato per i peccati del mondo (Giovanni 19:34-35).
Le tre strisce rosse sottili rappresentano le strisce lasciate dalle frustate del soldato romano (Isaia 53:5).
Il sapore del bastoncino è di menta piperita che è simile all'issopo, pianta aromatica della famiglia della menta usato nel Vecchio Testamento per purificare e sacrificare.
la corona dell'avvento
L'uso della Corona d'Avvento è da collegarsi ad un'antica consuetudine germanico-precristiana, derivata dai riti pagani della luce, che si celebravano del mese di Yule (dicembre).
Nel XVI secolo si diffuse tra i cristiani divenendo un simbolo di questo periodo che precede il Natale.
La Corona d'Avvento è un cerchio realizzato con foglie di alloro o rametti di abete (il loro colore verde simboleggia la speranza, la vita) con quattro ceri.
Durante il Tempo di Avvento (quattro settimane) ogni domenica si accende un cero.
Secondo una tradizione, ogni cero ha un suo significato: c'è il cero dei profeti, il cero di Betlemme, quello dei pastori e quello degli angeli.
La corona può venire appoggiata su un ripiano o appesa al lampadario.
L'accensione di ogni cero è accompagnata da un momento di preghiera.
Si conclude con un canto alla Madre di Gesù.
corona dell'avvento
la storia del panettone
corona dell'avvento Come ogni notte Ugo si calò in silenzio nel giardino e scavalcò il muro di cinta che divideva lo splendido palazzo che suo padre, Giacomo degli Atellani, aveva ricevuto in dono da Ludovico il Moro, dai cortili della Milano povera.
La luna si nascondeva dietro una coltre di nubi e questo avrebbe coperto la sua corsa attraverso i cortili fino alla bottega di Toni, il panettiere, dove, come ogni notte, avrebbe incontrato la sua Adalgisa.
Un amore segreto, osteggiato dalla sua famiglia, lo legava da tempo alla bella figlia del fornaio; ma da un pò le cose non andavano bene.
Adalgisa era sempre stanca, il lavoro era aumentato da quando il garzone di suo padre si era ammalato; avrebbero dovuto smettere di vedersi, perché c'era tanto da lavorare al forno.
Ugo non voleva rinunciare alla sua amata e il giorno successivo, con addosso umili abiti, lui, che era il falconiere di Ludovico il Moro,si fece assumere da Toni come nuovo garzone.
Nonostante il giovane, ogni notte, lavorasse duro nel retro bottega per preparare il pane, gli affari del negozio continuavano a peggiorare.
Con l'incoscienza tipica dei giovani, Ugo rubò una splendida coppia di falchi al Moro e li vendette per comprare del burro.
La notte, mentre impastava i soliti ingredienti, aggiunse al preparato anche tutto il burro acquistato.
Il giorno successivo la bottega fu letteralmente presa d'assalto.
Nei giorni successivi altri due falchi vennero sacrificati per l'acquisto di altro burro e di un pò di zucchero da aggiungere all'impasto del pane.
Milano ormai impazziva per il "pane speciale" del Toni e la coda fuori dalla bottega era interminabile.
Sotto le feste di Natale, Ugo diede un ultimo tocco di classe alla ricetta del "pane speciale" e aggiunse uova, pezzetti di cedro candito e uva sultanina.
Tutta Milano, in quei giorni prima di Natale, transitò dalla bottega per comprare quello che già tutti chiamavano "pangrande" o "pan del Toni" (da qui il termine panettone), da servire in tavola il giorno di Natale.
Toni il fornaio divenne ricco e i genitori di Ugo non ebbero più a lamentarsi di Adalgisa.
I due giovani cosi' riuscirono finalmente a sposarsi e vissero felici e contenti.